Qualche giorno fa su Medium ho scritto un pezzo sul coraggio che ho poi ripreso anche in questo post. Quello di restare. Quello di andare. Era una riflessione generica. Riferita al viaggio ma non solo.
Per tanto tempo nella vita ho lottato per restare. Restare accanto alla persona che amavo, anche quando sapevo di non poter più far niente per lei. Restare nel gruppo, quello di sempre; farmi accettare, uniformarmi.
Alla fine ho capito che ci sono delle cose che bisogna lasciar andare. Che è necessario prender coscienza del tempo che passa, delle situazioni e delle persone che cambiano. Del fatto che sei tu stessa la prima ad essere cambiata.
Esatto. Perché nel frattempo sono cambiata. E tanto!
Sono diventata esigente, critica, determinata.
Ora so cosa mi rende felice, so cosa mi fa star bene e cosa invece non sono più disposta ad accettare. Ci vuole coraggio anche per questo. Il coraggio di scegliere di essere fedeli a noi stessi, anche a costo di rimanere soli.
O meglio, di fare un’accurata selezione di chi ci sta intorno. Perché il mio tempo è prezioso e voglio sfruttarlo nel miglior modo possibile, senza preoccuparmi di apparire strana, pretenziosa, folle!
E così sono diventata quella di adesso.
Quella che scrive a qualsiasi ora del giorno e della notte. Quella che non passa giorno senza parlare di un viaggio che vorrebbe fare, di un luogo che vorrebbe visitare, di una cultura che vorrebbe conoscere. Quella che non si fa problemi a parlarne, che non ha più paura di sentirsi dire che le cose serie della vita sono altre.
Quella che a volte soffre di solitudine, ma che ha scoperto come stare bene anche da sola. A casa, come in viaggio.
Quella che magari il sabato sera lo passa a leggere Terzani o a studiare la guida del prossimo viaggio, piuttosto che uscire nei soliti posti a parlare delle solite cose, senza poter respirare entusiasmo comune e senza trovare spunti di condivisione.
Quella che poi lo sa che la vita è altro oltre il viaggio. Che ci sono la crisi, le difficoltà, la disoccupazione.
So tutto, sono una sognatrice, non un’ingenua. So tutto perché l’ho vissuto sulla mia pelle. Anni di precarietà, di lotte, di gavetta, di intere giornate chiusa a casa, di sogni e cadute.
I momenti no sono tanti, quando non riesci a mandare curriculum, quando non vedi riconosciuto il tuo lavoro, la tua professionalità, quando viene meno la persona che hai accanto da una vita e senza la quale perdi un po’ tutti i riferimenti.
E allora ci vuole coraggio. E magari anche un pizzico di follia. Per ricostruire tutto. Per concentrarti su te stessa, avere il coraggio di conoscerti fino in fondo. Senza filtri. Per trovare nuove persone con le quali condividere un pezzo di strada, una passione.
Per credere in te e nel tuo sogno più grande. Quello di vivere della tua scrittura. Perché l’investimento più grande è quello che fai su te stessa. E io stavolta ho deciso di buttarmi.
Per ora resto e scelgo i miei sogni e quel sorriso stampato in questo scatto. Ad andare, (perché so che lo farò) ci penserò più in là.
2 Comments
“Sono una sognatrice, non un’ingenua” Anche io sogno, ma sono anche realista.. molto! Sto cercando ancora il mio equilibrio..
Complimenti per la sincerità e per il coraggio che hai dimostrato tu scrivendo questo post! Un abbraccio
Tonia
Ciao Tonia, grazie davvero di cuore. Anche io sono realista, a tratti caduta nel pessimismo, a dir la verità, sempre in cerca della mia strada. Ma questa volta ho fatto una scelta importante, mi sono messa in gioco lavorativamente parlando, e voglio crederci fino alla fine!
Ti abbraccio.