Siamo rientrati da Vancouver da poco più di una settimana e ho ancora la testa, gli occhi e il cuore pieni di meraviglia tanto che faccio fatica a organizzare le idee e capire da dove iniziare a raccontare questo on the road di tre settimane in cui abbiamo vissuto il Canada in lungo e in largo.
Un viaggio che non è stato un semplice viaggio, ma la prima nostra grande avventura da marito e moglie!
Non so se vi ricordate, ma abbiamo fatto non poca fatica a scegliere la meta per il nostro viaggio di nozze; a posteriori possiamo dire di aver preso un’ottima decisione. Il Canada si è rivelato un Paese accogliente, con una natura bella da togliere il fiato e delle città multiculturali che ci hanno regalato molto e fatto riflettere.
In molti, tra amici e conoscenti, ci hanno preso per matti quando abbiamo detto loro che per la nostra luna di miele avremmo rinunciato ad alberghi di lusso e spiagge da sogno per affittare una macchina e macinare chilometri su chilometri, tra parchi nazionali, piccoli villaggi e metropoli gigantesche. E invece abbiamo fatto benissimo. E anche di più.
Perché non esiste fatica, non esiste stanchezza, non esiste lo stress di cambiare tredici alberghi in ventuno giorni, non esiste nulla quando la strada è davanti a te, pronta a regalarti ad ogni curva una nuova, immensa, emozione.
I chilometri sono scivolati via come sabbia tra le dita e senza accorgercene abbiamo attraversato Québec, Ontario, Alberta e British Columbia e fatto il pieno di momenti che riempiono il cuore e la vita più di qualsiasi altra cosa.
Voglio raccontarvi tutto, la parte organizzativa, le cose da non perdere, i luoghi da evitare (almeno secondo noi) e molto altro ancora.
Ma ho bisogno ancora di un momento. Di sedermi sul mio terrazzo con la vista della torre del paese e il profumo d’estate in ogni angolo e ripercorrere insieme a Luca e a voi tutto quello che rimarrà di questo stupefacente viaggio.
Rimarrà il primo volo intercontinentale, la frenesia della partenza e la gioia dell’arrivo.
L’immensa Dodge presa a noleggio, il traffico di Montréal, la sua anima artistica, le costolette di maiale inondate di salsa barbecue.
Il primo impatto con i grattacieli e subito dopo la sorpresa di Québec City, un angolo di Francia nel cuore del Canada orientale, con i suoi caffè all’aperto, le crêperies, le vie lastricate e i pittori di strada.
E finalmente la natura, i piccoli villaggi lungo la baia del fiume San Lorenzo, la caccia alle balene a Tadoussac e la meraviglia del fiordo di Saguenay. I deliziosi ristoranti di pesce, l’odore di legno, il dondolo vista fiume su cui abbiamo trascorso attimi di pura perfezione.
Perché è bello spostarsi, vedere mille cose ma è altrettanto bello fermarsi, prendersi il proprio tempo, staccare da tutto: respirare un luogo e ascoltare quello che ha da raccontarci.
E il Canada orientale a noi ha raccontato tanto, con le sue case colorate in legno, i portici e le poltroncine fuori dalla porta, sempre aperta, che non c’è nulla da temere.
Ci ha raccontato un mondo, ricco di differenze e di bellezza. Il silenzio di Petite-Rivière-Saint-François da una parte e il caos ordinato di città come Ottawa e Toronto, nel vicino Ontario.
E ci ha regalato una giornata magica alle Cascate del Niagara, di cui avevamo visto milioni di foto e di video ma che ci hanno stregato più del previsto, tanto da decidere di sdraiarci su un prato e fermarci fino a dopo cena, per ammirarle anche di notte. E come se ne è valsa la pena!!!
Con la visita alle Niagara Falls abbiamo dato il nostro arrivederci alla parte est del Canada per volare verso Calgary e i parchi nazionali.
Altri dieci giorni indimenticabili, preziosi, fatti di risate, di scoperte, di cambi di programma e di migliaia di foto scattate per cercare di imprimere con ancora più forza tutti i momenti condivisi in questa seconda parte del viaggio, tra Alberta e British Columbia.
Chilometri e chilometri di nulla, solo noi, la nostra automobile e la natura prepotente, che ti avvolge, ti abbraccia e ti stupisce con incursioni di numerosissimi animali che lì sono i padroni assoluti. Alci, scoiattoli, marmotte, cervi, cerbiatti, pecore delle Montagne Rocciose… solo l’orso non si è fatto vedere; ma almeno così abbiamo la scusa per tornare!
E ce ne sarebbero moltissimi di motivi per tornare: l’acqua ghiacciata e purissima che sgorga dall’Athabasca Glacier (e che se hai il coraggio e uno stomaco forte puoi bere direttamente lì) e quella, sempre freddissima, dei laghi Louise, Moraine e Peyto a cui ho scattato infinite fotografie che mai riusciranno a rendere le infinite sfumature di blu che gli occhi, e il cuore, sono in grado di captare.
I mercati coperti, il sapore del salmone appena pescato, le ore trascorse su Victoria Island tra pappagalli, fenicotteri e giardini da favola e quelle in giro per lo Stanley Park a camminare e camminare senza maisentire la stanchezza salire. La passeggiata sul glass floor e quella sul ponte tibetano, il volo in idrovolante e i sentieri in salita alla ricerca di un nuovo scorcio di cui innamorarsi.
Innamorarsi è il termine esatto. Mi sono innamorata del Canada e se possibile, mi sono innamorata ancora di più di mio marito e della voglia che abbiamo di scoprire il mondo insieme. Pronti per una nuova avventura, perché in fondo il viaggio più bello deve ancora venire!
Ps. Le foto di Luca arriveranno presto, intanto vi lascio qualcuna delle mie. 🙂
2 Comments
Foto splendide davvero! deve essere stato un viaggio splendido!
Grazie!!! Un sogno, davvero… piano piano proviamo a raccontarvelo 🙂