“Viaggiare con i bambini è difficile, io non ne sono capace, non me la sento” mi ha detto ieri di getto una mia amica: e se sul momento le ho detto che non doveva dire così che non era vero, quando sono tornata a casa ho iniziato a pensarci e ho capito che in realtà l’argomento è molto complesso e non riducibile ad un sì o un no.
Viaggiare con i bambini è diverso da viaggiare da soli. Lo è per forza di cose, come lo è la vita intera, in ogni sua sfaccettatura, dal momento in cui si decide di mettere al mondo una creatura e si inizia a ragionare al plurale, cambiando tutte le priorità.
Viaggiare con i bambini è impegnativo, questo sicuramente. E non date solo ascolto alle mamme blogger di turno che vedete su instagram, con il loro trucco perfetto, i loro bambini modello, i loro aperitivi al tramonto e i post in cui non fanno che ripetere che tutto è semplice e bellissimo.
La realtà è tutt’altra, è quella che viviamo ogni giorno noi mamme sulla nostra pelle.
La realtà è fatta di sorrisi, amore, coccole, piccoli grandi traguardi, ma anche di momenti di stanchezza, di stress, di sfinimento, di capricci e difficoltà. E se ci sono attimi in cui i bambini ci sembrano ingestibili a casa, tra le loro cose, nella loro cara routine, state pur certi che ci saranno anche in vacanza, anche quando deciderete di viaggiare con i bambini.
E va bene così; è giusto così. Siamo noi che dobbiamo cambiare prospettiva e capire cosa fa star bene loro e noi. Perché genitori sereni e felici trasmettono questo benessere anche ai bambini. E invece mi sono trovata ad essere spettatrice di scene di crisi familiare di fronte ad un bambino stanco che chiedeva solo di poter riposare lontano dal caos di un locale super affollato e genitori che non accettavano l’idea di dover cambiare i loro piani. E mi sono trovata io stessa a cambiare i piani, rinunciare a viaggi, a proposte, ad opportunità perché non era il momento, non lo era per Gabriele e non lo era per noi.
Perché non siamo tutti uguali così come non tutti i bambini sono uguali. Ci sono quelli che si adattano meglio ai cambiamenti, quelli che li vivono come un forte motivo di stress e così via. Ci sono i bambini “che dove li metti stanno” e ci sono quelli, come il nostro, che non stanno fermi nemmeno per cinque minuti, figuriamoci se ti permettono di stare al tavolo per un’ora a sorseggiare un drink e scattare selfie. Perché va bene fare affidamento sulla capacità di adattamento dei bambini, ma dobbiamo sempre tener conto delle loro necessità e inclinazioni.
Parlare a posteriori è semplice, ma vi svelo un segreto. Anche io, anche noi, nel nostro piccolo, abbiamo fatto male i conti riguardo l’argomento viaggi con bambini al seguito.
Proprio come prima della nascita di Gabriele ho fatto l’errore di acquistare e farmi regalare cose che mio figlio non ha mai messo ed utilizzato, perché non adatte a lui, ai suoi gusti, alle sue misure, alle sue abitudini (penso al sacco nanna, ai pigiami di pile, alla fascia elastica, a diversi giochi e carillon, per esempio), allo stesso modo ho sbagliato a fare progetti di viaggi prima di conosce Gabriele, i suoi ritmi, le sue necessità.
E ad un certo punto mi sono dovuta ricredere, e insieme a Luca, ci siamo dovuti inventare un piano B.
Un piano B che in realtà è stato pieno di sorprese e di bellezza allo stesso modo, perché dentro c’eravamo noi, la nostra famiglia.
Un piano che è stato fatto di cene a casa perché alle 20 lui già dorme, di libri, giochi e animaletti di stoffa sparpagliati ovunque pur di non cedere all’idea di metterlo di fronte ad uno smartphone, di tanta natura perché lui la adora, di pochi luoghi chiusi e affollati perché lo innervosisco, di infinite soste a raccogliere sassi, foglie, ad osservare un fiume scorrere o una volpe attraversare la strada, di viaggi in macchina all’ora del pisolino perché da sveglio dopo un po’ si annoia e agita, di scelte fatte su misura per lui, che ogni mese cambia e ogni volta è una scoperta nuova con cui fare i conti. Perché non siamo più in due e lui fa di tutto per far emergere la sua voce, anche se ha solo 13 mesi.
Tutti bellissimo, ma diverso. E questo va detto e accettato. Ecco perché dico che viaggiare con i bambini è secondo noi stupendo ma non obbligatorio. Perché se viaggiare con i piccoli al seguito deve essere motivo di stress e stanchezza, non per colpa loro, ma della situazione in generale, credo sia meglio per tutti rimandare quel viaggio, fare una scelta diversa, più rilassante, pensata su misura per le esigenze del momento. E non per questo dobbiamo pensare di aver fallito, di non essere bravi genitori, come ho sentito dire da qualcuno.
Per esempio noi quest’anno abbiamo avuto tanti matrimoni ed eventi da fotografare – per fortuna – e un trasloco da portare a termine; vuoi per la stanchezza di un intero anno sulle spalle, vuoi per le spese sostenute per la nuova casa, vuoi per la complessità nello gestire il nostro piccolo terremoto, abbiamo deciso di non fare grandi viaggi e di goderci la nostra quotidianità.
Gabriele non ha ancora hai preso l’aereo e mentre guardo alcune mamme blogger che stimo e seguo con piacere, partire per un nuovo super viaggio, mi dico che quel momento arriverà anche per noi. Ma non era questo.
Non so se è giusto o sbagliato. Non so se magari un giorno ci pentiremo di alcune scelte, di alcune rinunce, di alcune decisioni. So solo che abbiamo pensato che per la nostra famiglia questa fosse la decisione migliore.
Non siamo stati fermi però. Ci siamo regalati dei momenti preziosi in giro per la nostra meravigliosa Tuscia e per il centro Italia, tra Toscana e Umbria. Momenti che rimarranno impressi per sempre nella nostra mente e chissà, magari anche in quella di Gabriele.
Per questo dico che qualsiasi cosa deciderete sarà quella giusta. Perché la mamma che porta i suoi bambini a Zanzibar o New York non è necessariamente più brava o più figa di quella che li porta ad abbracciare alberi e guardare le nuvole nel bosco a due passi da casa, come abbiamo fatto noi.
Specie quando i bambini sono così piccoli credo che la cosa più importante sia regalargli tanti momenti sereni e felici da condividere in famiglia, lasciarli liberi di conoscere, di interagire con gli altri. E imparare noi a guardare il mondo con i loro occhi, tornando a stupirci. E questo si può fare ovunque, basta la volontà, basta l’idea. Tutto il resto può attendere! 🙂
9 Comments
Che belle parole, hai proprio ragione e ciò che scrivi alla fine è forse la cosa più giusta 🙂
Ciao Elena, grazie mille. Felice di saperti d’accordo con me. Si tratta di un argomento molto delicato, ciascuna di noi in cuor suo sa cosa è meglio per la sua famiglia. E la cosa più importante è sempre la serenità e felicità dei più piccoli, a casa come fuori 🙂
Un abbraccio!
Ciao Erika, hai proprio ragione. Si può fare di tutto per loro 🙂
Un abbraccio anche a te!
Vero…cosa non si fa per i figli!
Un pensiero corretto e dolcissimo, con i bambini ognuno decide personalmente come viaggiare lasciando i più piccoli liberi di vivere i luoghi scelti 🙂
Ciao Mauro, grazie mille del commento! Hai proprio ragione. Per ora a noi va bene così poi man mano ci adegueremo ai nuovi bisogni 🙂
Credo proprio che questo tuo articolo mi abbia rincuorato! Fatto leggere anche alla mia compagna, che ha messo da parte le sue piccole insicurezze data la tenera età della nostra primogenita 🙂
Ciao! Felice che questo articolo vi sia stato utile. Sono sicura che troverete la vostra dimensione in viaggio 🙂 un abbraccio a tutti e tre!
Bellissimo articolo! Credo abbia spostato i nuvoloni che erano apparsi all’orizzonte all’idea di programmare la nostra prossima vacanza…a tre 🙂