Ho appena compiuto 33 anni e mi sono appena resa conto che negli ultimi tre non ho preso voli né fatto viaggi più lunghi di qualche ora di macchina.
Avevo fatto mille piani, come sempre mi capita, ma la vita vera è arrivata a sconvolgerli, con i suoi ritmi e le sue nuove priorità.
La mia, la nostra priorità da più di due anni si chiama Gabriele, un fagotto allora e un ometto oggi, con i suoi bisogni, il suo carattere e le sue abitudini.
E per non sconvolgere queste abitudini abbiamo fatto delle scelte: abbiamo iniziato a vedere i nostri amici a casa piuttosto che costringerlo e costringerci ad ore interminabili nel ristorante di turno, a mangiare ad orari più normali, a rinunciare a qualche aperitivo di troppo o ad uscite che avrebbero stravolto la routine che con fatica abbiamo costruito.
C’è stato chi ci ha sempre detto che sbagliavamo perché un bambino deve seguire i propri genitori ed abituarsi a tutto e chi invece come noi ha pensato fosse giusto considerare le esigenze del piccolo e andare incontro a cambiamenti e aggiustamenti di sorta.
Perché racconto tutto questo? Perché credo che troppo spesso i social e i racconti online offrano una visione distorta della realtà, mostrando famiglie perfette che senza difficoltà si muovono con disinvoltura tra impegni, viaggi e fusi orari.
Non dico che questo non sia possibile, ma dico che non è per tutti.
Lo avevo già scritto qua lo scorso anno, e torno a dirlo a gran voce perché so che molte mamme, molti papà, molte famiglie, vedendo certe immagini, ascoltando e leggendo determinati racconti in giro per il web, possono demoralizzarsi e sentirsi incapaci. E lo dico con cognizione di causa perché anche io mi sono sentita così.
Quando la realtà dei fatti ha iniziato a cozzare con le mie aspettative e con tutto quello che vedevo online mi sono sentita da meno, ho pensato di non essere all’altezza.
Quando vedevo mamme truccate, pettinate, vestite perfettamente, con una mini borsa al seguito e un bambino sempre sorridente non potevo non fare il confronto con me stessa che per quaranta giorni ho vissuto con Gabriele praticamente attaccato al mio seno, facendo fatica anche a trovare il tempo per fare una doccia come si deve. Con me che per fare 15 chilometri e arrivare al nostro amato lago di Vico, preparavo due borse, dimenticando sempre qualcosa tra cambio, pannolini, biberon e altri mille accessori. Con lui che la sera, da due anni, si addormenta solo in casa, nel suo nido sicuro. Con lui che da due anni, quando ha fame o sonno non c’è scusa che tenga e allora o lo prendi in tempo o sono urla e pianti, i suoi e a volte, lo ammetto, anche i miei.
In questi due anni quando vedevo le mamme di Instagram volare verso nuove mete a poche settimane dal parto, quando vedevo le mamme freelance come me, lavorare con il bambino al loro fianco mentre io non riuscivo a mettere insieme i pezzi di una me che non c’era più per fare spazio a quella che stavo diventando, mi sono sentita una mamma meno capace.
Ma poi ho pensato anche che quello che si vede online, e il mio lavoro me lo insegna ogni giorno, non è solo che una piccola porzione della realtà (e questo vale per la maternità, per l’allattamento, per il lavoro, per la gestione della casa e ogni altro aspetto edulcorato che si vede online).
E ho pensato anche che ogni famiglia, ogni storia è diversa, che ogni bambino ha il suo carattere, il suo temperamento e che magari io, noi, avevamo solo fatto una scelta diversa, la migliore per noi. Quella di assecondare i ritmi di nostro figlio, di non forzare la mano, di accettare la sua vivacità, la sua curiosità, di assecondarlo, perché la sua serenità viene prima di qualunque altra cosa e perché per esempio, organizzare uno dei nostri amati on the road quando con lui era un problema anche solo entrare in auto e arrivare al paese vicino in macchina, non ci avrebbe regalato un’esperienza memorabile ma solo inutile, dannoso, stress.
Non per questo siamo rimasti fermi: abbiamo riscoperto piccoli borghi dietro casa, respirato il mare fuori stagione, vissuto a pieno la nostra campagna.
Lo scorso anno, ci siamo regalati un weekend tra il verde e l’azzurro dell’Argentario, al sud della Toscana e tre giorni a spasso tra Spoleto, Assisi e Cortona, per il nostro amato festival di fotografia. Quest’anno invece, abbiamo scelto di restare nella nostra regione, il Lazio e di scoprire una zona che non conoscevamo, tra le vette selvagge del Terminillo e i laghi del Salto e del Turano.
E anche qui, abbiamo rinunciato a tante tappe in programma, perché Gabriele si era addormentato durante uno spostamento e non ci andava di svegliarlo, oppure perché abbiamo trovato un parco giochi davvero speciale, o un angolo di bosco che non potevamo non esplorare, e in un attimo, per tutti e tre è diventato molto più importante dell’ennesimo scorcio da fotografare.
Tutto questo ci pesa? A volte forse un po’ si. Siamo due viaggiatori, due fotografi: ci mancano le sveglie all’alba per fotografare la Val d’Orcia o le notti a cercare il cielo più bello del Trentino. Ci mancano le scarpinate tra i parchi del Canada e i tour de force per scoprire quanto più possibile della natura unica di Lanzarote.
Ma in fondo sappiamo che tutto questo lo abbiamo vissuto e, molto probabilmente, un giorno torneremo a viverlo. Così come sappiamo che in questo momento il viaggio come lo abbiamo sempre inteso non è una nostra priorità (ed ora con la situazione Covid a maggior ragione).
Abbiamo cambiato prospettiva e occhi. Oggi, basta davvero qualche ora libera da trascorrere insieme, un posto speciale a pochi passi da casa e un cellulare per rubare qualche scatto al volo tra una corsa sul prato e una gara di macchinine.
Alla fine di questa lunga riflessione torno a pormi una domanda che da tanto mi ronza in testa.
Ha ancora senso curare questo spazio, gestire un blog di viaggi, ora che di viaggi non ne abbiamo fatti e non ne abbiamo in programma?
Per l’ennesima volta mi trovo a rispondermi di sì; questo spazio esiste da prima che io e Luca ci incontrassimo, anzi, ad esser precisi, è proprio grazie ad esso se lo abbiamo fatto. E da allora si è evoluto, proprio come noi.
E continuerà a farlo, diventando uno spazio in cui appuntare, proprio come su uno dei miei adorati taccuini, ciò che accade da queste parti, tra viaggi fatti e ancora non raccontati, esperienze da genitori, freelance, innamorati della natura, della terra, del mondo, che in ogni angolo è capace di regalarci attimi e angoli memorabili da raccontare e condividere con te, se ancora lo vorrai 🙂
22 Comments
Semplicemente meraviglioso <3
Grazie per l’articolo. Io a mo viaggiare, ed essendo mamma, ho sempre portato i piccolini con me. E’ tutta, almeno per me, questione di organizzarsi e scegliere posti e mezzi capaci di risolvere le esigenze di tutti quanti.
Assolutamente d’accordo con te. E poi una mamma serena è il primo segreto per bambini sereni… ecco perché dico che non c’è una regola valida per tutti ma che dobbiamo solo ascoltarci e capire cosa è meglio per la nostra famiglia, anche in viaggio 🙂
E’ molto bello sapere che qualuno la pensa come me; spesso mi sento dire “ma come fai?” oppure “ma come ti godi la vacanza?” come se i figli fossero un peso! Fanno parte della famiglia, sono voluti con amore ed allora, siamo smart in tutto no? E’ il momento di darne prova 😉 Un abbraccio grande!
Bravissima 🙂 e poi quanto è bello viaggiare, anche dietro casa, insieme ai più piccoli? Dovremmo imparare dal loro modo di guardare il mondo e di stupirsi delle piccole cose. Un abbraccio a te!
Non comprendo perchè i piccoli debbano essere un problema! Ci sono? E allora organizzazione!
In effetti sta tutto nel sapersi organizzare e scegliere cosa è meglio per la nostra famiglia 🙂 Un saluto!
Forse, è spiegarlo il vero problema! Ma si sa, senza far polemica, il mondo è bello perchè è vario 🙂 buone feste!
Si! Organizzazione 🙂 tanto, per come vanno le cose quest’anno, abbiamo eliminato, insieme alle vacanze, anche questo “problema” 🙁 …buone feste…
Purtroppo per adesso possiamo solo sognare e goderci quando possibile le bellezze e anche solo la natura dietro casa. Teniamo duro e speriamo tutto torni presto alla normalità. Che sia davvero un buon anno, caro Massimo.
I bambini sono parte della famiglia, quindi, con qualche piccolo accorgimento, è fattibile. io mi sentirei a metà a partire senza di loro….
Concordo, io non partirei mai senza mio figlio o almeno solo in casi eccezionali. Sta tutto credo nel riuscire a trovare le modalità giuste per ciascuno di noi così da vivere serenamente il viaggio in famiglia.
Per molti, sono “elementi” limitanti, quando invece, mettere al mondo un figlio è tutt’altro. Poi ognuno la legge a modo proprio, certo.
Assolutamente vero. I figli ti stravolgono la vita, cambiano le priorità, ma sono il senso di ogni cosa, l’inizio di tutto.
Leggo l’articolo, che mi pace molto e di condivido con esatteza il pensiero. Ad oggi i nostri figli sono cresciuti, ma mai li abbiamo visti come limiti, anzi! Viaggiare con loro era l’esperienza nell’esperienza!
Verissimo! Grazie di esser passato da qui Francesco 🙂 Un abbraccio!
Prima della pandemia, che ci ha bloccati, mi occupavo di organizzare viaggi per e con i piccoli e piccolissimi. Nessun problema rilevato nel tempo. Basta organizzarsi ed il gioco è fatto!
Wow! Ti auguro di tornare presto a farlo perché vorrà dire che siamo finalmente tornati alla nostra cara normalità. Un abbraccio!
I nostri ragazzi adesso sono autonomi, perchè uno maggiorenne, l’altra in perfetta sintonia con il fratello. Quindi, adesso decidono in autonomia se viaggiare o meno con noi. Ma da piccoli, mai stati un problema. La famiglia prevede anche il “pacchetto figli”. Non vedo dove stia il problema. Ognuno ovviamente nella libertà…
Concordo. Grazie di esser passata. Un abbraccio a te e ai tuoi ragazzi 🙂
Il mio concetto di famiglia è “pacchetto completo” se così vogliamo dire per sdrammatizzare. Mi sono sposata consapevole di quello che sarebbe stato. Quindi, per me, anzi per noi, non esiste un concetto separato riferito ai piccoli!
Ciao Nora, grazie del commento e della tua testimonianza. Anche per noi al momento è impensabile spostarci senza Gabriele. Sono cambiate le priorità e abbiamo imparato ad adattarci a nuovi ritmi e nuove esigenze e trovare il bello in ogni angolo scoperto in tre <3