Quando viaggio in una nuova città mi piace scoprirla piano piano, da dentro, per poi allontarnarmi un po’ e cercare di orientarmi, riconoscere quelli che mi sono data come punti di riferimento, sentirla un po’ più mia.
E’ capitato anche a Marsiglia, dove per avere una prospettiva diversa sulla città che tanto mi ha stupita, ho scelto di guardarla da fuori, dall’alto di un’isola che sorge proprio davanti al suo porto e che è famosa perché luogo in cui Dumas ha ambientato il suo Conte di Montecristo: Château d’If.
Raggiungiamo l’isola al mattino con un battello della linea comunale che parte dal molo all’angolo sinistro del Vieux Port e in un quarto d’ora di navigazione porta alla piccola isola bianca.
Bianca la pietra, bianca la terra. Una piccola salita con gli occhi puntati verso un mare inaspettatamente limpidissimo e si arriva in un ampio piazzale dove sorge un edificio per l’accoglienza dei visitatori e appunto, la fortezza della Château d’If.
Ancora più avanti, prima della scogliera a strapiombo sul mare, dei muretti a secco e una serie di panche e sdraio in legno su cui ci rilassiamo, prendendo un po’ di sole e respirando una pace irreale, fuori dal caos di Marsiglia e del suo porto.
La visita alla fortezza prevede un giro all’interno di quelle che in passato erano le celle della prigione, con piccole feritoie che danno sul mare e le insegne con il nome di chi è stato rinchiuso lì: tra questi anche la Maschera di Ferro.
E in un attimo sembra di essere nella scena di un film o in un’altra epoca.
Il pezzo forte però deve ancora arrivare…
E’ infatti dall’alto della fortezza, dalla terrazza, che si gode dello spettacolo migliore. Barche che solcano un mare davvero stupendo, calette e isolotti deliziosi e la vista sul Vieux Port, la Basilica di Notre Dame de La Garde, il Panier, il Mucem e la città nel suo complesso, che scopro essere molto più ampia di quanto immaginassi.
Trascorriamo un tempo indefinito a scattare foto e imprimere nella memoria digitale e nella nostra, nei nostri occhi, questo spettacolo.
L’ultimo fotogramma è quello di un bambino che scruta la città, seduto dietro al faro. Mi fermo a guardarlo, a respirare l’aria buona, a sentire solo il rumore del mare e dei gabbiani che volano intorno a noi, prima di rigettarmi nell’affascinante caos della città che ha ancora tanto da regalarci.
Il consiglio in più:
Noi avevamo la Marseille Card, che vi consiglio di fare e a breve vi spiegherò meglio perché; i biglietti dei traghetti e dell’ingresso alla fortezza dell’isola erano inclusi nel prezzo. Altrimenti il costo si aggira sui 15 euro comprensivi di andata-ritorno e della visita al castello. Ne vale la pena se volete godervi qualche ora di pure relax!
Ci sono traghetti diretti e non. Quello che abbiamo preso noi, prima di riportarci al porto di Marsiglia ci ha fermati alla maggiore delle isole Frioul, dove ci sono impianti turistici, un porticciolo con barche colorate e una zona della scogliera da cui è possibile tuffarsi in queste acque bellissime. Poi quando vorrete potrete prendere di nuovo il traghetto per la città.
5 Comments
Che colori il mare pazzeschi! Ottimo punto di osservazione 🙂 Da annotare!
Si, dei colori spettacolari davvero! Da lì vedi la città sotto una nuova prospettiva 🙂
Quando dici che riguardo ad una nuova città che visiti di “sentirla un po’ più tua” lo stesso accade anche per me; comincio però dal punto più alto della città dove posso vedere il più possibile ed ammirare gli highlight anche da distante. Poi piano piano, passo dopo passo mi addentro tra i vicoli e le vie respirando a pieni polmoni quell’aria che rende ogni città unica.
Che bello trovare questo commento! 🙂
Sono d’accordissimo. Anche io spesso scelgo il punto più in alto per avere una visione generale della città; mi aiuta a studiarla e a capirne meglio le dimensioni… poi scendo a vivermela!
[…] Amore per i volti dei pescatori, bruciati dal sole e dalla fatica; amore per il melting pot di razze e culture che incontri per strada, amore per le viste mozzafiato che si godono da punti strategici come Notre Dame de La Garde e l’isola d’If. […]