C’è una parte di Toscana, a poca distanza dalla mia Tuscia, in cui torno sempre volentieri. Una terra che racchiude in sé natura, paesaggi da cartolina, storia e ottimo cibo. È la Val D’Orcia, che fa parte delle celebri Crete Senesi e che è stata capace di rapire un pezzo del mio cuore al nostro primo incontro.
In una fredda ma terza giornata di marzo, quando sono arrivata per la prima volta, essa mi ha accolta con le sue distese di campi di un verde abbagliante e i classici filari di cipressi a fare da cornice ai deliziosi borghi di questo territorio che è stato dichiarato Patrimonio Unesco.
Nel cuore della Val d’Orcia, a sud della bellissima Siena e a nord del territorio della Maremma e del Monte Amiata, tra soffici colline e pennellate di colore, sorge Pienza che un progetto del grande umanista Piccolomini, poi Papa Pio II, vedeva come la “città ideale” del Rinascimento.
Un progetto ambizioso, quasi utopico, quello del Piccolomini, che venne realizzato da Bernardo detto il Rossellino, sotto la guida del grande Leon Battista Alberti. Essi in soli tre anni diedero vita ad un complesso di importanti palazzi tra cui la Cattedrale e il Palazzo Piccolomini e la deliziosa Piazza Pio II, con il famoso “pozzo dei cani”.
Camminando a Pienza si ha l’impressione che il progetto del papa rinascimentale sia stato realizzato in pieno: l’effetto è assolutamente armonico. Ed è un piacere unico perdersi tra i vicoli della cittadina le cui vie sono dedicate all’amore, al bacio ma anche alla fortuna, che non guasta mai. : )
Ma Pienza è famosa anche per l’enogastronomia; tra le botteghe del centro non mancano quelle dedicati ai prodotti tipici. Su tutti emerge il buonissimo Pecorino di Pienza, un formaggio molto saporito, derivato da latte di pecora. Da provare!!! Magari accompagnato da un buon vino rosso di queste terre, delle vicino Montalcino e Montepulciano.
Guidare attraverso le colline della Val d’Orcia è un vero piacere. Il tempo sembra dilatarsi e il paesaggio che si stende davanti ai nostri occhi ricorda quello di tanti quadri dei pittori senesi del primo Rinascimento. Il paesaggio appare diverso lungo la strada che da Pienza arriva alla famosa località termale di Chianciano Terme.
Qui la strada si fa più dritta e scorrevole ma vi consiglio di moderare la velocità per poter godere di tanta bellezza, inebriarvi dei colori del grano e dei papaveri e accorgervi della presenza di una maestosa quercia, il famoso Quercione delle Checce. Il suo nome deriva da un uccello, la gazza, che nidifica sulle sue fronde e che in dialetto viene appunto chiamata Checca.
So già che non potrete resistere all’idea di fermarvi e scattare qualche foto, come ho fatto più volte io. Davanti a tanta maestosità della natura ci si sente per l’ennesima volta spaesati, piccoli: è come fare un vero tuffo nel passato lungo più di 300 anni. E ancora una volta, davanti a questi ricordi e a queste immagini, mi ritrovo ad amare questa terra, i suoi colori, i suoi sapori e i suoi odori preziosi.
2 Comments
Ci sono stata a maggio scorso dopo anni che non ci andavo. Adoro Pienza ^^
Daiiii?! 🙂 E’ un piccolo gioiellino… ci torno sempre volentieri!