Sapete quanto amo le parole, quanto amo scrivere, raccontare. Lo faccio per lavoro, ma lo faccio soprattutto per necessità, per passione!
Ci sono dei luoghi però, dei quali è difficile scrivere. Perché sono luoghi impegnativi, importanti, dolorosi, come nel caso di un campo di concentramento: un luogo che inevitabilmente ti segna e che ho provato a raccontarvi a modo mio in questo post.
E poi ci sono quei luoghi difficili da raccontare perché rappresentano un ricordo pesante per te stessa. È capitato con Parigi, la città del primo viaggio con il mio grande Amore. Che alla fine però ho deciso di iniziare a raccontare proprio a partire dall’angolo che ho amato più di ogni altra cosa durante quel viaggio. Perché anche quando certe cose finiscono, i ricordi rimangono lì. E allora tanto vale lavorarci su, elaborarli, renderli preziosi e magari anche utili.
E così è arrivato anche il momento di parlare di una splendida villa romana in cui sono finita per caso in un viaggio di ritorno dall’Abruzzo e nella quale uno stupidissimo incidente mi ha costretto a mesi di letto e di fisioterapia prima di rimettermi in piedi.
Una stupida caduta. La corsa in ospedale da sola. Questi sono i momenti in cui ti maledici per viaggiare da sola! Ma anche questa è passata ed è arrivato il momento di parlarne.
Intere settimane estive in cui la mia unica prospettiva è stata questa finestra. Niente a che fare con le mie amate finestre, quelle che vi racconto in giro per il mondo con il progetto #windowsfromworld. Quella finestra ho finito per odiarla.
Poi però mi sono sforzata di vedere anche questa cosa come un’opportunità: e così ho visto film, letto libri, viaggiato con tanti racconti in rete, fatto progetti, tra cui anche questo blog, studiato tanto.
Ed ho capito che affrontare i propri limiti e le proprie paura è un passo necessario.
Faticoso, sicuramente. Ma anche salutare.
D’altronde mettere nero su bianco le mie inquietudini, i miei progetti, i miei dubbi mi ha sempre aiutata a fare chiarezza, a ripartire più leggera. Di quella ‘leggerezza’ di cui parla Calvino e di cui presto spero di parlare anche io.
Così domani vi porto con me a Villa Adriana, la splendida dimora dell’Imperatore Adriano a Tivoli, a due passi da Roma. E al solo pensiero già mi sento più leggera.
Certo, a volte le caviglie fanno ancora male, ma c’è un sole da favola e io posso correre! 🙂
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