Dopo avervi raccontato le prime impressioni sull’isola e aver scritto un post informativo con costi e consigli vari, è arrivato il momento di raccontarvi il nostro itinerario di una settimana a Lanzarote.
Ci siamo spostati sempre in automobile cercando di seguire il piano di massima che ci eravamo costruiti ma lasciandoci anche ispirare dal momento e da quello che per caso incontravamo per strada. Il trekking al vulcano de El Cuervo per esempio non era stato programmato e invece è stata una delle esperienze più belle!
Itinerario di 7 giorni a Lanzarote:
Il primo giorno siamo arrivati sull’isola in tarda serata, dopo le 23.00 quindi il nostro itinerario parte direttamente dal primo giorno effettivo trascorso alla scoperta dell’isola.
1- Jardin du Cactus – Jameos del Agua – Cueva de Los Verdes – Mirador del Rio – Orzola;
2- Haria – Los Valles – Ermita de Las Nieves – Arrieta;
3- Teguise – Famara;
4- Parco Nazionale Timanfaya – Yaiza – El Golfo – Los Hervidores – Salinas de Janubio -Playa Blanca;
5- Mancha Blanca – El Cuervo – La Geria;
6- Parco Naturale Los Ajiaches (Playa Papagayo, Playa Mujeres, Playa Del Pozo) – Playa Quemada – Puerto del Carmen;
7 – San Bartolomè – Tias – Mozaga – Tahiche – Arrecife.
Primo giorno:
Si inizia dalla costa nord orientale e in particolare dal Jardin du Cactus di cui tanto avevamo sentito parlare. L’area su cui si estende il parco è abbastanza limitata ma la visita richiede comunque tempo soprattutto se si ha intenzione di leggere tutti i nomi dei diversi tipi di piante presenti al suo interno e di fotografare il grande mulino da diverse prospettive.
Da qui ci siamo spostati verso Jameos del Agua, un luogo mistico, davvero suggestivo, che vi consiglio di visitare con la dovuta calma per beneficiare dell’atmosfera unica che si respira al suo interno. Potrete restare in silenzio di fronte all’acqua della grotta abitata da piccoli granchi bianchi, accompagnati solo dal verso degli uccelli oppure gustare un buon bocadillos con vista sulla piscina azzurra realizzata da Manrique.
Pochi chilometri ancora e si raggiunge la Cueva de Los Verdes; noi siamo stati fortunati perché quando siamo arrivati stava per partire il tour guidato, altrimenti avremmo dovuto aspettare si formasse un gruppo di una cinquantina di persone prima di partire.
La Cueva infatti è visitabile solo con guida e permette di andare alla scoperta di questa meraviglia naturale formatasi durante l’ultima grande attività vulcanica dell’isola, nel XVIII secolo. Al suo interno un percorso di saliscendi tra rocce contenenti sfumature di rosso e bianco dovute al ferro e al calcio e una sorpresa finale che vi farà restare a bocca aperta. Provare per credere!
Da qui ci siamo spostati in direzione Mirador del Rio per ammirare un’altra delle meraviglie pensate da Cesar Manrique, l’uomo a cui questa isola deve davvero molta della sua fortuna e delle sue bellezze.
Il belvedere è stato letteralmente scavato nella roccia e permette di godere di una vista favolosa su l’isola de La Graciosa, che sorge proprio di fronte ad esso e si può raggiungere ogni giorno con i traghetti che partono dal porto di Orzola.
Noi non siamo riusciti a visitarla, il tempo era poco e l’oceano molto agitato: ma dicono davvero che ne valga la pena perché incontaminata e visitabile solo a piedi o in bici (o con qualche 4X4 che offre spostamenti organizzati).
Siamo però andati ad Orzola, dove abbiamo ammirato il tramonto e mangiato del buonissimo pesce fresco.
Secondo giorno:
Dopo un primo giorno molto pieno ci siamo dedicati del tempo passeggiando nel mercato settimanale di Haria, nel nord dell’isola.
La cittadina è davvero un gioiello e vi consiglio di non perdere la visita alla casa di Manrique, un luogo pieno di stimoli e bellezza, assolutamente da vedere per capire il genio creativo che ha plasmato molti dei luoghi più famosi che avrete modo di vedere nella vostra settimana a Lanzarote.
Da qui siamo tornati verso il centro dell’isola percorrendo la suggestiva strada che attraversa Los Valles e abbiamo fatto una breve deviazione fino alla Ermita de Las Nieves, una chiesetta bianca posta in cima ad un promontorio da cui si gode di una favolosa vista sull’oceano e la spiaggia di Famara.
Preparatevi perché potrebbe esserci davvero molto vento, ma ad ogni modo, ne varrà la pena.
Terzo giorno:
Altro giorno, altro mercato.
Domenica è stata la volta di Teguise, l’antica capitale dell’isola, che ospita un mercato settimanale di enormi dimensioni con prodotti per tutti i gusti e le necessità. Noi ci siamo fermati anche il pomeriggio per mangiare tapas e scoprire gli angoli della cittadina una volta smontati i banchi e tornata la pace.
Al tramonto siamo scesi fino alla spiaggia di Famara, luogo ideale per chi ama fare sport acquatici come surf e windsurf. Qui abbiamo trascorso qualche ora di relax, passeggiando e scattando foto tra le dune e la sabbia finissima, prima di perderci in un tramonto da favola.
Quarto giorno:
Siamo arrivati all’ingresso del Parco Timanfaya prima della sua apertura: così alle nove in punto siamo entrati e abbiamo iniziato il nostro tour in bus. Purtroppo questo è l’unico modo per vedere da vicino la Montana do Fuego e anche se l’esperienza è abbastanza turistica e di massa vi consiglio comunque di provarla (sedetevi sulla destra se volete avere dalla vostra parte i panorami migliori).
Da qui ci siamo spostati in direzione Yaiza, un villaggio molto carino con un bel centro culturale, in cui fare una sosta magari per un aperitivo, prima di proseguire verso El Golfo, il famoso lago verde che altro non è che un tratto di mare fermo a cui una pietra verde detta olivina e tipica dell’isola, conferisce questa particolare colorazione.
Dopo un pranzo vista oceano ci siamo spostati ancora più a sud per osservare la furia dell’oceano tra gli scogli di Los Hervidores e i mille colori delle saline de Janubio.
L’ultima tappa della giornata è stata Playa Blanca, troppo turistica e poco autentica per i nostri gusti, tanto che siamo tornati in fretta a gustare un buon piatto di pesce in un ristorantino della nostra La Santa.
Quinto giorno:
Non contenti del tour in bus tra le montagne del parco Timanfaya ci siamo spostati verso El Cuervo, un vulcano che è possibile visitare in maniera autonoma seguendo il sentiero segnato dalle rocce.
Il percorso non è particolarmente impegnativo e l’emozione di scendere fin dentro la caldera del vulcano vale la fatica fatta.
Prima di arrivare qui però ci siamo fermati nel villaggio di Mancha Blanca per far visita alla chiesa che ospita la Nuestra Señora de los Dolores, patrona dell’isola, che si dice abbia fermato il fiume di lava che stava per colpire le case del villaggio.
A poca distanza da qui si raggiunge La Geria, la regione vitivinicola di Lanzarote, in cui potrete scoprire tutti i segreti della particolare coltivazione isolana e gustare i vini prodotti direttamente nelle aziende agricole presenti sul territorio.
Noi vi consigliamo una sosta presso El Grifo, una bottega che è anche un museo in cui potrete scoprire qualcosa di più sulla storia dell’isola, visitare i tipici vigneti e gustare i vini migliori (visita + 6 bicchieri degustazione – 15 euro per due persone).
Sesto giorno:
Finalmente il sesto giorno siamo riusciti a concederci un po’ di relax tra sole e bagni nell’oceano. L’acqua non è caldissima, ma ci si abitua subito ed è davvero emozionante nuotare nel blu con i pesciolini che ti sfiorano la pelle.
Per farlo abbiamo scelto il parco più famoso, a poca distanza da Playa Blanca e Puerto del Carmen: l’accesso prevede il pagamento di un biglietto di 3 euro per il pedaggio dell’auto. Dopo qualche chilometro di strada sterrata ma in buone condizioni si arriva ad un grande parcheggio e alla bramata Playa Papagayo. I colori sono da togliere il fiato!
Se però cercate un po’ di tranquillità vi consiglio di spostarvi a piedi di qualche centinaia di metri verso destra, fino a Playa del Pozo (di cui ho parlato anche in questo articolo), dove troverete acqua cristallina e pochissimi turisti.
Prima di andare via ci siamo fermati nella bellissima – e lunghissima – Playa Mujeres (la vedete nella foto di copertina) per un ultimo bagno nell’oceano che avremmo voluto non lasciare mai.
Nel tardo pomeriggio, dopo una sosta nella deliziosa Playa Quemata, dove la sabbia dorata lascia posto a pietre vulcaniche nerissime, ci siamo spostati a Puerto del Carmen, uno dei poli turistici dell’isola, dove tra ristoranti vista mare, locali e negozi di souvenir è possibile trascorrere una piacevole serata.
Settimo giorno:
Dopo tanta, tantissima natura, il nostro ultimo giorno sull’isola è stato dedicato alla cultura. Siamo partiti verso Tias per la visita della casa dello scrittore Premio Nobel Saramago a cui dedicherò un post intero perché è stata una delle esperienze più belle della mia vita.
Da qui ci siamo spostati verso Mozaga per la visita del Monumento al Campesino, il luogo ideale per scoprire le tradizioni del paese, le attività contadine e i prodotti locali.
Prima di spostarci verso la capitale, in vista del nostro aereo che sarebbe partito in tarda serata, ci siamo fermati a Tahiche per la visita alla splendida Fondazione Manrique (il biglietto è cumulativo con quello della sua casa di Haria – 15 euro a persona).
L’ultimo giorno della nostra settimana a Lanzarote si è concluso con una passeggiata nella sua capitale, Arrecife, fino al Castello di San Gabriel e al El Charco de San Gines, un’area riqualificata che oggi è un delizioso porticciolo con barche colorate e ristorantini.
Ad Arrecife abbiamo fatto l’ultima sosta al Museo Internacional de Arte Contemporaneo Castillo de San Jose, il cui ingresso è compreso nella Bono Card da 6 ingressi.
La nostra settimana a Lanzarote è davvero volata e già vorremmo ritornare per quanto questa isola è riuscita ad entrarci nel cuore. E voi, ci siete mai stati? Cosa vi è piaciuto di più?
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